Ho molta stima e riconoscenza per l'ottimo Libertyfirst, un giovane ingegnere capace di divulgare temi, argomenti e testi fondamentali per la cultura liberale e liberista, che noi con poco tempo per informarci gradiamo moltissimo.
Ha solo un difetto il Nostro, anzi due; il primo e' che si deve'ssere fidanzato a Vienna tanto la ama - noi invece, concretissimi ingegneri vissuti nel Show me State del Missouri, siamo restii all'adesione totale a questo o a quell'impianto teoretico, per quanto convincente; il secondo invece passera' col tempo: e' giovane, per cui come a tutti i giovani capita di prender veementemente posizioni. A volte preconcette.
Ad esempio: Tremonti proprio non gli va giu'. Come del resto Reagan, a suo tempo.
Lo espone in un articolo nel mi querido Covo di Charlie, dove e' attiva una redazione economica di tutto rispetto - solo, come tutto il Giornaliettismo del resto, un po' troppo allineata per i miei gusti al correct di questi tempi (a destra o sinistra non cambia); avete presente quella una sorta di liberism-chic in voga da Rossi giu' giu' sino a Boeri passando per Giavazzi? Somos todos liberalleros, puo' oggi gridare persino Bersani, l'ex compagno presidente dell'Emilia quand'era Rossa per davvero. E il Covo di Charlie oime', conformisticamente s'adegua.
L'articolo in questione vorrebbe dimostrare che Tremonti ha torto - capirai la novita': (anche) nel considerare la speculazione finanziaria come causa principale dell'aumento dei prezzi delle materie prime e dei beni primari.
Poiche' sul tema la vedo esattamente come il Ministro, ma al contempo stimo il nostro giovin ingegnere da tempo eletto a mia fonte "nobile" di pensiero social-politico-economico, mi son detto "Bene! Elenchera' una serie di dati che confutano le tesi tremontiane. Utile, magari cambio idea".
Beh, nulla di tutto questo: sfortunatamente l'articolo e' meramente d'opinione non certo di dati che confutino l'altrui opinioni. Sorry, it's not enough.
Attenzione, non ci bastano risposte che si darebbero a un baluba qualsiasi che si metta a sbraitare sull'aumento del venti percento del costo dell'ombrellone, stracciandosi le vesti contro i commercianti "che se ne approfittano".
La scena del delitto qui e' diversa: abbiamo il prezzo del petrolio RADDOPPIATO in sei mesi.
C'e' chi al riguardo afferma, compulsando i sacri testi classici, che non sta succedendo nulla di nuovo e che e ' tutto sotto controllo; qualcun altro invece (Tremonti) scrive un libro fuori dagli schemi che propone analisi della situazione e proposte di soluzione criticabili forse (non certo da me); di sicuro e' l'unica elaborazione che sottolinei la DIVERSITA' della sitauzione attuale - in termini di velocita' e di masse (monetarie ed umane) in movimento - rispetto al Mondo descritto da Vienna nel secolo scorso. Liquidarla con una alzata di teoretica spalla, trovo sia quantomeno ... crociano (i due lettori di questo blog sanno: non e' un complimento).
Un dato non una opinione che da solo confuta le opinioni esposte nell'articolo e' la decisione dei Sauditi, i maggiori produttori al Mondo, di aumentare la produzione di greggio che ha di fatto avuto impatto NULLO sul suo prezzo.
Secondo la dottrina classica della domanda e dell'offerta, un annuncio di aumento della produzione avrebbe dovuto perlomeno calmierare gli aumenti; invece gnente. E allora si capisce che sotto c'e qualcosa di piu' che non (solo) l'aumento degli acquisti di India e Cina: o e' l'esaurimento delle scorte (ma allora come farebbe l'Arabia a aumentare il tiraggio?), oppure sarebbe come sostenere che gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono piu' fare, cioe' una comoda bufala.
Seconda considerazione: affermare che il mercato dei derivati sia intrinsecamente e inevitabilmente legato ai valori dei beni "reali" sottostanti, al punto che l'unica opzione per spezzare il legame sia di "far magazzino" come viene detto nell'articolo, e' affermazione valida al piu' fino al 1960.
A parte che il derivato per come e' fatto, risente amplificandole delle VARIAZIONI dei prezzi piu' che del loro valore assoluto, oggi, mi pare, esiste un mercato degli stessi. Cioe' questi possono esser scambiati esattamente come la carta moneta, i bonds o i beni stessi, a una velocita' infinita tra l'altro; rimanere col cerino in mano e' raro e catastrofico, vedi caso subprime, ma in ogni caso paga il parco buoi come nel mercato azionario.
Non e' solo questo il punto - l'indipendenza di fatto tra dinamiche dello strumento derivato e bene reale sottostante.
Gli e' che la massa di liquidita' in costante movimento mondiale, ampliata a dismisura dai derivati (che sono strumento che sfutta l'effetto leva, cioe' detto in soldoni, impegnando cento muovono diecimila), si e' dilatata al punto che non e' piu' controllabile. Tantomeno dalle dinamiche "reali" del bene fisico sottostante o dai Governi.
E non da oggi: siamo sufficientemente anziani da ricordare l'attacco speculativo alla lira pre-Euro lanciato in primis da tal Soros, che "vinse" qualche centinaia di fantastiliardi alle scommesse (si giocava allora sulla lira buttata fuori dallo Sme), senza che i milardi in valuta gettati al macero da uno stubborn Governatore della Banca d'Italia - tal Ciampi - facessero un baffo agli "scommettitori".
E allora di cosa stiamo parlando?
Un discorso possibile da farsi in contrasto a quanto sostiene Tremonti non e' certo sulla natura finanziaria e speculativa dei fenomeni sui prezzi dei beni primari in corso che pare poco contestabile, bensi' sul fatto che probabilmente non si puo' piu' parlare di "speculatori" singoli e individuabili.
La massa, la "bolla" di liquidita' in movimento frenetico e' talmente grossa che si muove oramai con logiche tutte sue, inarrestabili dal singolo e tantomeno dai Governi o dalle Banche Centrali.
Come una sorta di Terminator3 (quello di "metallo liquido"), si dirige senza trovare ostacoli alla velocita' di Internet dove gli conviene - nota bene: non piu' sui mercati azionari o sui bond di stato come negli anni '90, ma prediligendo le piu' redditizie "scommesse" sulle commodities - radendo al suolo i rapporti tra domanda e offerta; prima o poi, cresciuta ancora un po', annusa se c'e' qualche altro impiego piu' conveniente, decolla e si sposta.
Forse qualche singolo "speculatore" in tale mare sconfinato e' ancora identificabile, ha dimensioni infinitesime risapetto alla massa totale ma maggiori di tutti gli altri: sono i Fondi Sovrani.
E allora una prima risposta al dilemma del prezzo che raddoppia senza motivo "classico" forse la troviamo: dato che essi sono in mano ai Paesi Produttori ed Esportatori, dai forzieri ricolmi e non svuotabili di svalutati dollari, gli conviene menare la danza del rialzo dei prezzi per (piu' che) rifarsi delle perdite in valuta.
Ma qui, lo diciamo, siamo nel terreno della pura opinione identitaria e complottista. Speculativa, tanto per cambiare.
Comunque bottom line: sorry Libertyfirst, ma ancora una volta io sto con Tremonti, foss'anche solo perche', da autentico snob quale sono, sto dalla parte di chi viene trattato con molta sufficienza da certa intellighentsjia a la page, salvo poi ricredersi (persino Draghi ha ammmesso a denti stretti l'esistenza di speculazione dietro l'impennata dei prezzi).
Se non altro perche' per me Stato Minimo e' diverso da No Stato solo Mercato, che sarebbe opzione invero terrificante in un mondo "cinese" (by the way, per tornare all'incipit aussi tranchant dell'articolo, Cina che da tempo sta aiutando Mugabe).
Site Pages: Home Windows of the World Multimedia Playground
18 commenti:
Penso anche io che sia proprio così: il sistema economico mondiale è divenuto un iper-organismo a sè stante con il suo comportamento indipendente.
Però d'altra il mio timore è che qualsiasi azione governativa per limitare la speculazione sia poco efficace se non controproducente.
Il ragionamento che fai (e che fa, ma secondo me furbescamente non credendoci, Tremonti) andrebbe bene per prodotti puramente finanziari, ma non si può semplicemente ignorare la presenza dell'obbligo della consegna del sottostante come fai tu... Facendo anche un po' di cunfusione, IMHO, tra causa ed effetto per quanto riguarda il rapporto tra prezzi delle commodities e quotazione del dollaro. E infine postulando l'esistenza di un parco buoi sul mercato delle commodities (e chi sarebbero? i "NY dentists" da amarcord anni 80?) in opposizione agli usual suspects di questi ultimi mesi, i fondi sovrani che per qualche motivo sarebbero contemporaneamente gli autori della tragedia e le prime vittime (se è solo speculazione saranno buggerati pure loro, alla fine, no?).
Nel frattempo, nel mondo reale, contratti veri, di fornitura PLURIENNALE di commodities di ogni tipo sono snatched up appena si presentano sulla piazza, ai prezzi di oggi.
Qualcuno, con soldi veri, non a margine, ritiene che comprare a QUESTI prezzi per i prossimi 4-5 anni sia conveniente.
Tutti speculatori pure loro? Speculatori con i silos e le raffinerie?
Non credo...
Tnxs Fabio: concordo persino sul potenziale controproducente dell'intervento.
Ricordiamoci pero' che se non e' gorvernativo, l'intervento e' bancario-centrale, e allora non ci siamo con la teoria del menostato: preferisco che a manovrare (per quel poco che si puo') tenti uno eletto che non un burocrate a vita, manutenuto da interessi finanziari.
Vedi enfasi sul "controllo dell'inflazione" da parte della BCE: significa tengo alto il rezzo di cuo' che vendo (il denaro).
Il problema della speculazione sulle commodities come il petrolio è esattamente quello che ho descritto nell'articolo: nel breve termine scommettere future al rialzo può andar bene solo perchè offerta e domanda sono relativamente rigide. Non si può spiegare l'aumento del petrolio in questi termini. E infatti i problemi fondamentali sono notevolissimi, sia sul lato offerta di petrolio greggio, sia sul lato raffinazione (con impianti che vanno al 90-95%, e petrolio "duro" non facilmente processabile con gli impianti attuali). UN po' di dati sui future sul petrolio sono stati dati dal Cato e da Krugman, e sull'Economist: con risultati identici (ai miei). Link sul mio blog.
Poi volendo c'è anche il WSJ... http://online.wsj.com/article/SB121573804530744613.html
Stranamente, l'ultimo rally sulle materie prime è nato con la crisi subprime: non vedere il ruolo delle banche centrali dietro questo picco, dopo che hanno affogato l'economia di liquidità, mi sembra assurdo. Mi rendo conto che non è nell'interesse di Tremonti affermarlo: per lui ci vuole inflazione a valanga, per stimolare la domanda e prendere voti: è un demagogo, del resto, e non certo uno statista. Nel lungo termine siamo tutti morti, e l'importante è stare al potere.
Berlusconi non poteva fare una scelta peggiore pre l'economia, dandola ad un giurista specializzato in tasse, solo perchè porta nel PDL i voti della Lega e sa aizzare le masse con slogan degni di Naomi Klein. Tremonti è un amante della paratassi e del sarcasmo, ma non c'è nessuna analisi e nessun argomento nei suoi scritti, quindi non so a cosa ti riferisci: mettere assieme dei fatti non è fare diagnosi, ma solo un tentativo amatoriale di fare sintomatologia. L'associazione di idee non forma un ragionamento: e Tremonti ha dimostrato con ben due libri di non essere interessato ai ragionamenti.
Per il resto, sono così terribilmente snob che non mi importa nulla di ciò che l'intelligentzia pensa si Tremonti: Tremonti non analizza, non argomenta, non diagnostica. E' un populista senza idee e che non sa proporre soluzioni credibili: una iattura per un paese in crisi come il nostro. Non dico che sia peggio del governo Prodi, ma indubbiamente rappresenta un ottimo motivo per estraniarsi dalla lotta politica e vedere le cose con maggiore oggettività. Cioè starsene a casa.
Infine, non c'è nulla di austriaco nella mia analisi della speculazione: se non altro perchè tutti dicono la stessa cosa, tranne ovviamente Tremonti, che però non ha un solo economista in suo sostegno. Mi chiedo come faccia quando gli serve qualche analisi credibile... ma tanto non ne ha mai proposte. :-)
L'onere della prova è nelle mani di Tremonti: che spieghi come funziona la speculazione secondo lui, e perchè Cina e Fed non dovrebbero essere spiegazioni ben migliori del rally delle commodities. Deve solo trovare un economista che la pensa come lui...
PS Ho trovato un sito di tremontiani, parlano come i no global della Tobin Tax, però almeno difendono le tesi di Tremonti:
http://www.stopoilspeculationnow.com/site/page/the_problem
LF
2909.splinder.com
hermes, non ho capito: se Tremonti e' furbo senza credere, io che invece ci credo sarei fesso perche' lo dici tu? ;)
Dont'worry, non mi offendo.
Sull'obbligo di consegna del sottostante: c'mon hermes, non sono defi., non lo ignoro di certo; solo, come tanti mi pare ragioni come se i derivati fossero la cartamoneta ai tempi della convertibilita/ fissa in oro.
Sto affermando che l'andamento stesso del prezzo del petrolio dimostra come la massa di derivati in movimento (speculativo) annulli ogni ancoraggio ai fondamentali di detto prezzo, per cui non compri piu' il derivato sul succo d;arancia sulla base delle info. sul rigore dell'inverno in Marocco, ma sulla base dle trend speculativo in corso.
In soldoni: se uno investe mille miliardi che il prezzo sara' superiore a X, nel giro di 24h tale investimento verra' "copiato" e si avra' una massa di mille milioni di miliardi su tale scommessa.
A quel punto, cosa vuoi che muova il rapporto domanda/offerta quantificabile in un miliardo?
In sostanza, il derivato diviene MERCE IN SE', esattamente come un euro o un dollaro hanno un valore in se', indipendentemente dalla loro (soppressa) convertibilita' in oro.
Confusione tra causa ed effetto? In realta' questi non sono piu' fenomeni simulabili con equazioni lineari ottocentesche, ma non lineari a spirale autoalimentantesi che si rinforzano da soli, studiabili solo con la teoria del caos.
Sul rapporto parco buoi/fondi sovrani: il parco buoi sono oggi Stati -regioni e comuni che investono in derivati! - ma anche grandi risparmiatori - le banche - se paragonati ai gigantesche masse mosse dai fondi sovrani stessi.
Alla fine arriviamo piu' o meno alle stesse conclusioni, ma mi pare che in te ci sia come l'ansia dsi identificare i "villains" della situazione: i furbastri (Tremonti) e in furbacchioni (gli speculatori).
Sul punto interessante degli autori della tragedia sue prime vittime: sostengo che lo stock in dollari in mano ai Fondi Sovrani fosse PREESISTENTE, risalente addirittura agli anni '70 e 80, o inevitabile (export cinese in Usa) e non se ne potessero liberare, pena una enorme svalutazione dei loro assets (pensiamo solo agli investimenti in us treasure bonds dei paesi petroliferi).
Giocoforza, sostengo, rifarsi (con molto guadagno) sul prezzo di cio' che vendono, guadagnandoci due volte: vendendo e speculando sulle scommesse di un prezzo che controlla il mercato finanziario, non piu' la legge della domanda e dell'offerta.
Nel frattempo, usciamo pure dalla finanza, nel mondo reale c'e' chi ha la possibilita' di lucrare dall'aumento dei prezzi: vedi quotazione di upstreamers come l'ENI, vedi interesse a convertire le coltivazioni da mais a soja.
Anche l'intermediazione ci guadagna alla grandissima: noi fossilizzati sulle percentuali, pensiamo che se SARAS per fare un esempio margina il 5% sulla raffinazione, tale sia e tale rimanga ... Peccato che il 5% di mille e il 5% di centomila siano due numerini affatto diversi.
Anche qui, il segreto e' la velocita' di transazione, per evitare di rimanere eventualmente col cerino in mano in caso di crisi tipo subprime (QUESTO e' il vero rischio degli strumenti derivati: se cade un mattone si sbriciola tutto il castello in un weekend). Anche qui a mio avviso confondi causa con effetto ma e' plausibile, stiamo parlando di sistemi complessi che per giunta completamente fuori dal controllo di chiunque, data la massa.
Tnxs Lf.
Sintetizzando, confermi la tua avversione a pelle per Tremonti, roba pesa!
"Se non altro tutti dicono la stessa cosa, tranne ovviamente Tremonti, che non ha un solo economista in suo sostegno": mi ricorda il famoso "la merda e' buona! Cento milioni di miliardi di mosche non possono aver tutte torto!".
Non lo considero un argomento, credo mi capirai; cosi' tra l'altro faccio coming out del mio (snobistico) livello di stima per la classe degli economisti presa nel suo insieme.
Almeno Tremonti non lo e', fatto che da solo "compra" il mio interesse a leggere i suoi originali prodotti intellettuali marechaiti da un termine a me molto caro: IDENTITA'.
Nel merito arrivi anche tu mi pare all'origine speculativa dei prezzi delel commodities attuali (accenno alle banche centrali: li' evidentemente Tremonti non c'entra nulla; by the way pare ignori come il suo bersaglio siano esattamente lor signori) e non spieghi le contraddizioni tra legge domanda-offerta e trend rialzista del prezzo (esempio aumento di produzione saudita).
Il fatto che prima o poi si torni al "reale" lo darei per scontato, ma nel lungo termine saremo tutti .... E poi a che costi il landing(vedi subprime)?
Ma va bene cosi', il tuo articolo prima e questo gradito commento poi spiagano altre ogni misura la tua posizione ... preconcetta. :)
Piu' da economista lasciami dire che da ingegnere.
L'onere della prova non spetta a nessuno in linea di principio, preferisco quello di informarmi e corroborare le mie idee andando a fonti intelligenti anche se avverse.
Ma non era il 2, quello "di metallo liquido"? ;-)
Io tendo a dare ragione al buon LibertyFirst, per quanto i toni dei liberali in questa fase (anche di quelli assolutamente non utilitaristi/malviniani come lui) davvero non siano piacevoli.
Appunto perché si è allergici alle sistemazioni teoriche troppo stringenti, comunque, si sposa la scuola austriaca - che rinvia torna a un modello antropologico antichissimo (addirittura Talete di Mileto, dice Ricossa nel prossimo libro che recensirò) e notoriamente allergico alle griglie comportamentali.
L'unica, per dare fiato alle provocazioni tremontiane, è che le curve di domanda/offerta del petrolio si "appianino", oppure che le due grandezze siano già adesso meno "rigide" di quanto comunemente si pensi.
Bel post, comunque, lo taggo.
Non capisco una cosa, ci sono persone convinte che la speculazione puramente finanziaria sganciata da scambi reali di merci possa influenzare i prezzi.
Mi sembra poco credibile, sarebbe come dire che le scommesse del totocalcio influenzano i risultati delle partite.
Quindi di Tremonti ti piacciono gli slogan sull'identità. :-) Chissà a cosa servirà questo concetto però per capire i mercati finanzari. :-P
Mi è stato fatto notare che un aumento di produzione può non influenzare i prezzi se è noto da prima, in quanto il ruolo dei mercati finanziari è proprio scontare ciò che già si sa e orientare il sistema dei prezzi verso il futuro.
Comunque, mi sembra pochino come sostegno della tesi della speculazione.
Quando la speculazione avrà fatto aumentare l'offerta e avrà ridotto la domanda, gli speculatori dovranno vendere petrolio a chi non può e non vuole comprarlo. Il tempo massimo di speculazione quindi dipende dai tempi di reazione di petrolieri e raffinerie. Cosa che non può giustificare il fatto che il petrolio cresce dal 2002 (anzi, dal 1998, se si esclude la recessione del 2001).
Comunque c'è una prova che da sola è sufficiente per dimostrare che la speculazione non c'entra: aspettiamo un anno. Se tra un anno ci saranno migliaia di speculatori morti sul terreno, allora il prezzo era speculativo. Perchè nel giro di un anno qualcosa sull'offerta e qualcosa sulla domanda si può fare... e quindi il problema dell'impossibilità di stockaggio speculativo diventerà dominante.
A meno che non si intende per speculazione gli effetti distorcenti della politica monetaria: ma qui punire gli agenti finanziari non c'entra nulla, bisogna stringere le palle a Bernanke e a Trichet, l'esatto contrario di ciò che propone Tremonti.
Sbagli quando affermi che Tremonti se la prende con le banche centrali: se la prende con loro perchè sono troppo restrittive rispetto ai suoi gusti. Se Trichet desse ragione a Tremonti, il petrolio in euro schizzerebbe a un miliardo di euro al millilitro in pochi microsecondi.
Proprio oggi l'economist cita l'ennesimo esempio di problema id produzione: il Messico ha problemi con il suo più grande giacimento (produzione totale: -10%in un anno), e forse si deciderà a rimuovere la norma che impedisce investimenti privati nel mercato petrolifero. Chissà quanto sarebbe minore il prezzo se il mondo non fosse pieno di Tremonti...
Che poi la crescita dei consumi superi da anni la crescita della produzione credo sia una cosa nota.
PS L'onere della prova spetta a chi non spiega le ragioni di ciò che afferma, e io un'analisi di Tremonti non l'ho ancora letta da nessuna parte.
PPS Ovviamente è possibile che Tremonti abbia ragione, nonostante non conosca quello che dice, e migliaia di economisti torto, ma in questa improbabile eventualità il grande assente rimarrebbero gli argomenti di Tremonti: sarebbe più che altro una specie di successo alla Nostradamus.
LF
2909.splinder.com
abr, tu non sei certo fesso, ma Tremonti certo ci fa...
E poi il derivato sarà anche merce in sè, ma a differenza di un lingotto d'oro, di un'azione Amazon o di un metro quadrato di casa georgiana a Mayfair, ha una SCADENZA... se non ci sono i fondamentali a reggerti il gioco, prima o poi il tuo bel future ti scoppia in mano, e con leverage!
Quindi, o postuli che fondi sovrani e dentisti uniti in solidale follia siano tutti deficienti in preda a manie di brinkmanship, oppure il ragionamento non regge moltissimo...
Sennò ti invito ad andare short and put your money where your mouth is... ;-)
La vostra e' una discussione che mantiene un alto profilo diplomatico/intellettuale, ma che si potrebbe riassumere come un confronto stereotipale fra un economista austriaco e un liberista chicaghiano.
Ne quid nimis infatti, espone con grande chiarezza argomenti abbastanza condivisibili. Tuttavia, a mio avviso, incespica nella tipica esuberanza positivista radicata in Milton Friedman, vale a dire di coloro che sono convinti che con i dati si possa dimostrare tutto.
Si tratta di un conflitto epistemologico che ha lasciato molto cadaveri sul campo e dove sarebbe disonesto sostenere che gli austriaci hanno vinto. Per lo meno sul piano del consenso, Chicago e’ passata sopra sopra a Mises, Hayek e compagnia con un cingolato.
Ma siccome l’economia e’ una scienza molto strana, che da’ ragione a lungo termine, l’approccio positivista di Friedman alla lunga ha portato allo stallo. Ha portato la scienza economica verso una deriva econometrista, dove le leggi teoriche dell’economia non hanno piu’ alcuna base “logica”. In poche parole, oggi il mainstream e’ composto da schiere di econometristi e di amanti della mantematica che pretendono dimostrare la veridicita’ delle loro affermazioni sulla base non di un’analisi fondata sulla logica, ma bensi’ su correlazioni statistiche.
La conclusione e’ che con correlazioni statistiche e modelli matematici sofisticati che NON riflettono la realta’, si puo’ sostenere tutto e il contrario di tutto.
Percio’, al bravo Ne quid nimis, consiglio di sfoderare grande spirito critico a due mani davanti a coloro che difendono i propri argomenti, SOLAMENTE sulla base “dei dati”. Al contrario, coloro che, come Libertyfirst, dimostrano con affermazioni logico-causali i loro argomenti, appariranno certamente ecclettici rispetto ai colleghi del maintream, ma propongono argomenti certamente piu’ compressi, con una base teorica molto piu’ radicata e solida.
Per quanto riguarda la metodologia seguita da Tremonti, e’ difficile individuarne una comune a tutte le sue grandi opere. In La Paura e la speranza sostiene le proprie tesi sulla base di una presentazione teatrale-apocalittica nostrana, che ben si distingue dalle cime intellettuali raggiunte da Friedman o Mises/Hayek.
Processi di Mercato
Acc Ismael, hai raggione era il t2!!!
Graze per l'apprezzamento, sai che (di solito) predico ( o provoco?) male ma razzolo liberalmente piu' o meno bene :)
Sicuramente meglio del malviname che nomini ;)
colgo una sottile ironia nel tuo commento pietro, credo non involontaria e non indirizzata ai contenuti del post :)
Anche te Lf, non capisco: a me piacerebbero "gli slogan" e a te invece strumenti per "capire i mercati finanziari" ...
Quindi again, io so' un cojone e sei arrivato te bello fresco a informarmi de stu'fatto? ;)
Dont' worry, non m'offendo, ma prega il tuo dio (ammesso che ce n' hai uno) di non trovarmi nella commissione per l'esame di stato se mai lo farai :)
Battute a parte, seguo la tua sequenza di spiegazioni del perche' la legge D-O sia sacrosanta e mi pare dle tutto plausibile.
Ma non spiega come mai 'sta inelasticita' anche a fronte di aumenti di produzione del primo produttore mondiale. Mistero no?
Il punto e' propiro questo a mio avviso Lf: qua non siamo alla ricerca di Nostradamus, ma non possiamo nemmeno rilassarci e dire "tutto sotto controllo", avanti cari bancari fate di noi cio' che desiderate. Altrimenti, altro che tutti morti nel lungo termine, lo saremo nel breve!
Mi danno l'impressione, banche centrali e finanziari, di essere sul'ordlo di un '29: nel senso che stanno per affrontare l'ignoto, pomposamente come al solito.
In tal epanorama pomposo, solo Tremonti ho trovato (che NON e' un economista e NON parla di economia di di RICETTE, quindi di politica) che dicesse un verbo dissonante al mainstream.
Improbabile che sia Nostradamus, ma e' altrettanto improbabile che una schiera di Farisei porti al Mondo la Buona Novella.
Spero vivamente di sbagliarmi.
hermes, trovo che il mercato dei derivati oggi abbia assuntola fisionomia di quello della cartamoneta: un tempo (nominalmente) legata aun metallo prezioso, oggi valida di per se'.
Scadenze del titolo? Cerrrto ma qual'e' il problema? Il castello di carta cresce per conto suo, ci rimette solo l'ipotetico col cerino in mano.
Ma nel frattempo, cucu', I PREZZI DEL REALE SEGUONO QUELLI "IMPOSTI" DAL DERIVATO (lo definirei "Teorema di Pietro o delle scommesse che influenzano i risultati delle partite").
Esiti finali? Catastrofici, concordo, appena il primo (grosso) si sveglia o sente il puzzo di bruciato alle dita. Vedi subprime.
Perche' non c'e' NESSUNO che guida il fenomeno.
Caro massimiliano neri, ti ringrazio per l'esaustiva esegesi del post, un aautenticas "recensione" che mi confonde anche se mi critica.
Nella realta' il loop critico non si chiude perfettamente: discuto le tesi di lf perche' "opinioni" contrapposte ad altrettante "opinioni" che dichiaro di prediligere. Non quindi perche' stimi (solo) i "dati". Solo, i dati servono per corroborare/espiantare le tesi.
Quindi, tranquillo massimiliano, da ingegnere conosco bene i rischi della deriva teoretica che ammorba e inquina il sapere odierno e ci conduce al "global warming" giusto per fare un esempio (sono innumerevoli i post in questo blog che irrodono la sc-sc-scienza degli orecchianti, non perche' sia anti-scientifico, am perche' gli scietnisti di ogni ordine e grado degradano la piu' grande conquista dell'Umanita', la Sicenz appunto).
Sul resto, mi inchino all'analisi e mi dichiaro onorato dell'accostamento friedmaniano, personaggio la cui tagliente assertivita' ho sempre molto ammirato.
imparato molto
leggere l'intero blog, pretty good
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