Non e' bello dire la propria in ritardo, ma chissene dell'attualita'. Non e' nemmeno bello, oltre che esser poco "produttivo", fare i maestrini dalla penna rossa: rende antipatici.
Ma tant'e', la Rete pullula di cambiavalute che discettano di economia domestica, di studenti medi che ci ammaestrano in Relazioni Internazionali, o di aspiranti giornalai che sviscerano le complessita' della situescion politica.
Tant'e', per una volta alzo il ditino anch'io .
Caro Bossi, avrai pure tutti i tuoi motivi (a volte obliqui ma sempre chiarissimi) e le tue ruvide strategie (sia detto a complimento, contrapposto ai bizantinismi levantini) volti al raggiungimento di obiettivi alcuni dei quali per me totalmente condivisibili: "ognuno padrone in casa sua" e la lotta alla costante inversione della realta' tra oppressi e oppressori - culturali e fiscali - operata in questo Paese di furbacchioni chiagni e fotti.
Finiamola pero' per favore di tirare la giacchetta al povero Mameli, sbagliando l'analisi logica del suo Inno; senno' si passa dalla parte del torto. Ignorante per giunta, non "ruvido".
Ne avevo gia' parlato in tempi lontani e non sospetti: mi spiace per l'amor proprio di molti romani, ma ne "l'Inno agli Italiani" di Goffredo Mameli, reso celebre da Giuseppe Verdi quello di "Va' Pensiero" - pensa un po' - e divenuto Inno Provvisorio della Repubblica Italiana con la Costituzione del 1946, NON si afferma MAI che l'Italia sia "schiava di Roma".
Va ben che per molti Leghisti (e il sottoscritto) l'Italiano non e' lingua madre, pero' basterebbe un minimo di analisi logica del testo:
Fratelli d'Italia/l'Italia s'e' desta/dell'elmo di Scipio/s'e' cinta la testa.
Dov'e' la Vittoria/Le porga la chioma/che' schiava di Roma Iddio la creo'...
Il soggetto nella seconda frase difatti non e' l'Italia ma la Vittoria: essa e' la schiava di Roma! Nella retorica molto demode' del Patriota, la Vittoria ovunque sia deve "porgere la chioma" (cioe' inchinarsi) all'Italia stessa; perche' gli Dei la crearono - la Vittoria - fatalmente legata (schiava) a Roma e al suo Imperio.
Il testo implica piuttosto, cari Leghisti, un tramonto del ruolo della Citta' Eterna: ora che s'e' risvegliata, l'Italia ne indossa le insegne vittoriose (l'elmo di Scipione vincitore a Zama sui Cartaginesi), e ne eredita quindi il destino. L'Italia insomma sarebbe il Nuovo che subentra e supera il Vecchio (Roma appunto), col massimo rispetto ma anche con slancio e freschezza.
Ganzo 'sto Mameli eh?
E' un testo che letto correttamente dovrebbe piacere al Leghista standard, cosi' come dovrebbe piacere al Federalista il richiamo alle glorie regionali peculiari presente nelle parti meno note dell'Inno: il Carroccio Lumbard, i Vespri siciliani, il Balilla genovese che lancia l'insurrezione anti straniero (austriaco - e piemontese), etc.
Tutto questo non certo perche' il tonitruante testo dell'Inno Nazionale sia particolarmente bello o significativo, da tipico prodotto di anni intrisi di retorica e neoclassicismo in stile Foscoliano; solo perche' non e' ne' utile ne' bello sparar cazzate.
Ironicamente, lo spirito pugnace del genovese Goffredo Mameli, giovin massone morto a 22 anni in difesa della Repubblica Romana di Garibaldi, credo sarebbe piaciuto all'Umberto, da tempo alla ricerca di qualche nordista palluto abbastanza - o con cosi' poco da perdere - da imbracciare qualcuno dei famosi "quindici milioni di fucili" che da soli temo non spareranno mai.
Site Pages: Home Windows of the World Multimedia Playground
6 commenti:
Aggiungiamoci che l'Inno è perfettamente italiano nello spirito. L'inizio, sublime, solenne, sembra una scorreggia o una pernacchia musicata, che tradotta vuol dire: all'occhio, siamo italiani...
pa-pa-ra-pa-pa-pa-pa-pan!
pa-pa-ra-pa-pa-pa-pa-pan!
:-)
I problemi dell'inno sono una struttura sinfonica imbarazzante (sembra la marcia di una banda strapaesana) e, come dici tu, un testo patriottardo ad nauseam.
Che bello sarebbe avere anche noi un motivo popolare che "dal basso" diventa inno come Flowers of Scotland (se ne parlava qualche tempo fa sempre qui da te, no?), oppure qualcosa di più orecchiabile.
Che so, Vivaldi? Pergolesi? Palestrina? Oddio, vabbè, io sono amante della musica modale. Verdi no, ché quello l'hanno bruciato Craxi e Bossi. La canzone del Piave non piace a quelli di sinistra. Insomma, si trovi qualcos'altro!
Ben tornato! Assolutamente, ben tornato!
Tnxs Zamax, Ismael & Ringo my friends.
Sull'Inno gia' esposi i miei gusti sul vecchio post "Inni" linkato e su uno analogo in rightrugby.
Detto quindi che concordo con le orechie di Zamax e Ismael.
Personalmente trovo che un Inno debba esaltare le masse e instillare il senso della squadra, non fare la storia della musica.
Il nostro perepeppe' che non mi esalta certo, ma sotto questo profilo trovo abbia poco da invidiare alla Marsigliese; infatti risquote vasto successo tra le truppe delle Curve Sud calcistiche, quando capita la Nazionale.
Alternative: Va'Pensiero e' altrettanto tronfio nel testo, fuori luogo (cita il Giordano e Sion) e triste come un musicante bulgaro nella musica; la Canzone del Piave e' ancora piu' squillante del Mameli, anche se effettivamente descrive l'unico momento storico in cui l'Italia ha "rischiato" di divenire Nazione per davvero (la "fusione" di carne nelle trincee della prima guerra mondiale) ...
Come dice Ismael, o "sale" qualcosa dal basso come nel caso del "Flowers" scozzese (se ne parlava nei commenti a un post di ElBoaro sull'Inno Veneto se non ricordo male) o si pesca nell'abbondante archivio operistico italiano ..
Okkio pero' al "rischio operetta", classico effetto di molti inni sudamericani ad esempio, imitanti le sonorita' rossiniane che andavano per la maggiore nella prima meta' del'Ottocento, quando quei Paesi divennero indipendenti.
in effetti la stessa cosa l'ho pensata anche io (che l'inno non dicesse che l'italai è sciva di roma, ma che la vittoria lo sia) ma la cosa paradossale è che sei il primo che scrive una cosa del genere tra tutti i commenti che ho letto, che quasi quasi pensavo di aver sbagliato io (eppure mi sembrava talmente palese...)
Grande astro, tnxs!
Anch'io ci ho pensato due volte prima di "espormi" visto ch enessuno, dal presidente della repubblica in giu', pare averci pensato.
Poi mi sono ricordato che l'avevo gia' scritto piu' di un anno fa ..
Inoltre ho penssto: c'mon, se Mameli avesse voluto dire il contrario (l'Italia e' schiava) la frase non starebbe semanticamente in piedi: perche' mai la Vittoria dovrebbe inchinarsi ... a una schiava?!
Posta un commento