Obama ha vinto, e con lui il sogno di un mondo intero. Che però un giorno dovrà svegliarsi, e fare i conti con la realtà.

Questo vuole essere una sorta di concession personale al nuovo Presidente che desideriamo riconoscere e relativamente al quale vorremmo spiegare, in primis a noi stessi, il perchè della vittoria del Sogno sulla dura realta’. Obama dopotutto ci sta pure simpatico: possiede il phisique du role, tra alti e magri ci si capisce al volo; e poi quella vecchia simpatica canaglia riformista di John McCain, appoggiato come male minore, a dire il vero noi non lo s’e’ mai digerito del tutto – a parte quando ha scelto Sarah Palin come VP scatenando il panico nel mainstream e nella sua squadra.
Di fatto Obama come Berlusconi (si parva licet) e’ riuscito a fare appello al desiderio piu’ che alla ragione, alla pancia e piu’ sotto che al cervello. Entrambi hanno fatto leva sui “fallimenti” dei loro predecessori e su una non meglio dettagliata speranza, il famoso “change”: liberista o statalista, protezionista o pro-mercato? Boh si vedra’… Non per caso avevamo sei paginette sei di “programma” del Cav. e un “sotto il carisma poco o niente” per The One.

VINCERE CONTRO IL SOGNO - Attenzione non vogliamo criticare Mister President: e’ cosi’ che si vince oggi. Benvenuto Dream Time, bentornati leader carismatici; finite le Fedi Trascendenti accogliamo fiduciosi gli Uomini del Destino, alla cui leadership carismatica affidarci nei momenti cupi.
Tanto siamo in democrazia no? Se sbaliano, li corigeremo …
Avrebbe potuto mai farcela John McCain contro cotanto sfoggio di carisma alla Cav. anzi di piu’, avverso la potenza del Sogno impersonificato? Difficile, fose impossibile. Il Nostro aveva puntato sul suo curriculum di eroe e di politico indipendente, sulla proven experience, fatto che doveva differenziarlo da Obama ma anche da Bush, prova vivente dell’adagio che i migliori piani non reggono a dieci minuti di campo di battaglia (nel caso del presidente in carica ciò fu il 9-11). Purtroppo, come accadde a Veltroni con Prodi, hai voglia per il vecchio eroe tentare di smarcarsi dal passato, vera o presunta che fosse la continuita’ delle sue idee con quelle di Bush.
In realta’ un paio di opportunita’per prevalere McCain le avrebbe anche avute: la prima e’ il citato vetting della Palin che di fatto lo catapultò in testa nei sondaggi pre crisi finanziaria. Il controverso ma potente appeal della Governatrice dell’Alaska (ricorderete il dibattito vicepresidenziale più seguito della storia) non fu volutamente sfruttato dai consigliori riformisti del candidato, per incapacita’ o paura dell’ombra che Sarah rischiava di proiettare sull’arzillo sosia di Chaplin. Così l’han lasciata in pasto al mainstream porco e sciovinista, quello che traccia il solco secondo le migliori tradizioni Cederniane.
La seconda opportunità di prevalere del nostro eroe di guerra poteva essere quasi un rigore a porta vuota e invece è stata la sua fine: la mega crisi finanziaria. Doveva dissociarsi con forza dalla maggioranza democratica del Congresso (e dall'Amministrazione Bush) mentre forgiavano quel macello per i contribuenti chiamato bailout, indicando le loro precise responsabilita’ nella generazione della bolla dei subprime (Fannie & Freddie); poteva ergersi a vero nume tutelare del common citizen. Invece mentre lui convinceva un po’ di riottosi repubblicani, lasciava lo scettro del populismo al rivale che metteva alla gogna "gli anni del liberismo selvaggio”che nulla c’azzeccavano ma suonavano bene alla gente., Joe the Plumber è stato infine un classico too little too late. Peccato per lui: se ne conclude che McCain ha sciupato le poche carte disponibli perchè non è un vero Conservative.

L’UOMO GIUSTO PER OGNI GUSTO- Obama è comunque fortissimo, non solo relativamente alle debolezze dell’avversario. Anche se Canta le Storie del Tempo dei Sogni: incomprensibili “we are the answer we are waiting for”, ritmati “yes we can” e altre similari retoriche da gospel, egli e’ la persona giusta per ogni gusto, persino per pezzi del PdL. Giovane, bel tono e tratto, moglie ma soprattuto figlie carucce, mezzo bianco mezzo nero, mezzo black heritage e mezzo immigrato, privo di vere radici ma con ben due autobiografie scritte prima dei quaranta per identificarle, non ricco ma di ambiente intellettuale e di ottimi studi (come del resto Bush: Harvard vs. Yale; questo non deporrebbe …).
Il ragazzo e’ indubbiamente intelligente oltre che Americano al 120% - spesso gli ultimi arrivati sono i piu’ “compresi” nella loro nuova parte: nel suo discorso della Vittoria, molto bello tranne che per un paio di dettagli (tipo, scordare che a Wall Street ci stanno i risparmi di Main Street), ha gia’ dimostrato perlomeno di mettere le mani avanti tentando di abbassare le aspettative rispetto ai Sogni.
“For even as we celebrate tonight, we know the challenges that tomorrow will bring are the greatest of our lifetime — two wars, a planet in peril, the worst financial crisis in a century”. Della serie, scordatevi che ne usciamo d’amblè, sia dalle crisi che dalle guerre.