Questo mio, tagliuzzato, è finito su Giornalettismo - un covo di Charlie ;)
Affiancato a celebrazione delle progressive sorti e di gioiose macchine da guerra ...
Qui la versione completa, standalone, riveduta e scorretta del pezzo.
E’ una sporca missione, ma qualcuno deve farla
Di Abramo Rincoln (Abr)
“Deee-fence! Dee-fence!”, è il grido entusiasta della folla nei Dome del basket Nba o nei megastadi del football Nfl; un grido di carica per i beniamini, di sfida per gli avversari (fammi vedere cosa sei capace di fare); altro che sfottò volgari.
E' infatti la difesa a vincere le partite, mentre l’attacco serve a vendere i biglietti – vecchio adagio americano. Tale consapevolezza è uno dei tanti esempi di vera cultura sportiva che ci viene dall’altro lato del Pond, con buona pace del pubblico e del giornalismo calciofilo nostrano, usi a guardare la palla non la partita, formandosi quindi un giudizio spesso solo sulla base delle prodezze e delle cappelle individuali del Totti di turno.
“Dee-fence” è la lente con cui personalmente ho letto la fase elettorale italica, è l’atteggiamento che assumo di fronte alle sue derive. Trovo infatti, nella politica come nello sport, che sia fuorviante quanto vanno facendo molti commentatori, professionisti e non: “guardare la palla invece della partita”.
Proprio per questo mi rifiuto di commentare o di farmi carico di esternazioni puntuali o di frasi di questo o quello estratte dal contesto: perchè mai ci si dovrebbe impiccare alla difesa del Cav., di Bossi o Ciarrapico? Lo faccia chi gode a guardar palla.
Secondo la medesima lente (“partita, non palla”) andrebbero valutati i dribbling stretti di chi stia cercando di illudere e illudersi di rappresentare “il nuovo”.
Aldilà del volerci credere a tutti i costi, clamorosi surge compresi, troviamo che stavolta almeno una cosa sia evidente, the name of the game: si tratta di riconoscere e punire il fallimento di un approccio al Governo del Paese, deludente in primis per chi lo aveva appoggiato (incluso il Corrierino Mieli, in nome e per conto dei Poteri Vecchi).
La democrazia si regge non su quanto credano i troppi totalitari in pectore - la lotta tra buoni (loro) e malintenzionati (gli altri) - bensì sull’alternanza. Il fallimento prodiano apra quindi la strada agli Others: gli approfittatori, fascisti, mafiosi e secessionisti, a sostituire seri residuati bellici del Novecento, seri imbroglioni flaccidi, serie (padoa-)schiappe e serie macchiette. Il turnover sarà già di per sè un beneficio.
Poi uno si volta dalla parte dell’attuale Opposizione e ... e non è facile: lo spettacolo a volte non è edificante.
Anche perchè manca diqquà (per fortuna) la professionalità politica propria del Partito vecchio stampo per dissimulare e dribblare (sempre a guardar la palla eh?).
E poi noi, inguaribili e irascibili individualisti come siamo, e c’è chi la vuole cotta (barriere, meno tasse, meno immigrati, più identità etc.) e chi cruda (liberalizzazioni, Stato e Chiesa minimi etc.) in tutte le combinazioni e varianti possibili.
Chi come me abbia lasciato cadere le ubriacature ideologiche e le illusioni catartiche adolescenziali sulla sociopolitica (liberismo incluso, si può dire?), ritiene le scelte politiche vadano compiute razionalmente e positivamente “in difesa” (a meno di non essere candidati), con una buona dose di sano e distaccato scetticismo, secondo la raccomandazione autenticamente liberale del votare “turandosi il naso” di Montanelli quello vero.
Sano scetticismo non significa rassegnato pessimismo, è piuttosto consapevole e positivo "realismo", nel senso ingegneristico, non cinico del termine: risolvere problemi scegliendo tra le opzioni effettivamente percorribili, in base ai vincoli al contorno; tale scetticismo non dovrebbe mai degenerare nel cinismo elitista del “tanto sono tutti uguali”.
Infatti, aldilà del beneficio insito nell'alternanza in un Paese culturalmente clientelare come questo, non è affatto vero che sono tutti uguali. Solo un paio di esempi: comprereste davvero una promessa di riduzione di tasse da un amico di Visco? La difesa del diritto di Israele di esistere da parte di d’Ulema?
Per chi pur diqquà (a chi sta ideologicamente schierato di là, francamente ho poco da dire) non riuscisse a farsene una ragione, ho fatto a inizio campagna una proposta di voto disgiunto (e diffidate dalle imitazioni tipo quella di Sartori): al Senato dove tutti i voti servono, "turarsi il naso", mentre alla Camera fate pure quello che vi pare (mai bianca comunque, a scanso che qualcun altro voti al posto vostro: sfogate piuttosto la “creatività”).
Anch’io nel mio piccolo faro' il mio distinguo, votero' Lega: gli imparentati ma distinti, i dissociati non pentiti. Lo faro' nel nome dell'identita' che non è certo "Padana": parafrasando Metternich, Padania e' una mera espressione economica.
Lo farò in nome della sana cafonaggine dalle unghie sporche di grasso e terra, che apprezzo piu' degli arzigogoli saputi e delle puzzette sotto il nasino correct delle fighette inscopabili (dal punto di vista culturale).
Lo farò per votarmi dei "representative" che facciano dee-fence degli interessi del mio territorio (è il senso vero della democrazia), senza avallare valvassini infeudati da un pur carismatico Signore - che Iddio ce lo preservi a lungo - o peggio dal Politburo di quel Partito Demagogico sorto per proteggere Caste, Poteri Vecchi e Clientele (campane e non).
La mia l’ho detta, in una campagna dove volevo rimanermene silente a farmi i casi miei, una volta inalberato a vessillo la immortale sentenza di Galbraith: "Non e' vero che la politica sia l'arte del possibile. Essa consiste nello scegliere tra il disastroso e lo sgradevole"; ognuno poi faccia come gli pare.
15 commenti:
Ti aspettavo al varco... ho fatto bene ad attendere, il tuo post oltre alla curiosità politica ha soddisfatto anche il gusto per le buone letture, come al solito del resto.
Fino a ieri per soddisfare vecchi ideali accarezzavo l'idea di votare disgiunto, poi ho ascoltato il Cavaliere da Vespa e "La Destra" a perso un voto in favore della Lega.
Il bello è che l'artefice delle mie riflessioni da me non prenderà nemmeno una preferenza, che ingrato sono.
Tnxs Master!
Good choice, il Cav. se ne farà una ragione ...;)
Anche perchè pare dice sembra che "Varenne du Nord" sia indirizzato a far molto bene.
E da tempo mi sono convinto che l'Italia starà unita non menandola con mameli e l'unità nazionale, ma solo mediante la nascita di una CSU del Nord "federata" e in cogestione.
Esattamente come in AltoAdige il miglior gancio all'Italia è sempre stata, dopo Degasperi, la SVP.
Io devo andare a Destra non ho una Lega a disposizione :-)
A parte i giochi di parole. Anche il mio sarà un voto disgiunto.
Ciao ABR, è sempre un piacere leggerti :-)
Anche per me è sempre un piacere Bisquì, I appreciate, buon voto!
Good old sound common sense...
I'll vote twice for Berlusca, heroically.
Zamax l'importante è send them homeward/they think again, e lunga vita al Berlusca.
Danny, ma in vero stile scottish non dovrebbe essere tae think again?
Io già dissi, se ben ricordi.
Hey raga, scherzare coi fanti ma lasciar stare i santi:
"An sent taem hamewart,
Tae 'hink again".
Se lo vuoi scottish style; o tutto o niente.
Sarà che condividiamo la stessa deformazione professionale (quella delle "opzioni progettuali" percorribili stanti i "vincoli strutturali" del caso...), ma mi trovo assolutamente d'accordo con te.
Può darsi che sia l'ultima volta che bevo l'amaro calice del voto al Cav., ma trovo assurdo rimanere senza nulla per aver voluto tutto. E so che tu capisci bene il senso di questa affermazione, Abr.
Molto ingegneristica la tua afferamzione Ismael. Quindi assolutamente condivisibile.
Personalmente poi, non avei il dubbio che sia l'ultima volta: che trionfi o pareggi, e a meno che non si torni a votare entro un paio d'anni (ma anche lo stesso), sono convinto questa sarà l'ultima volta per il Cav.
Motivo in più ..
Anche io voterò disgiunto (come un po' tutti del resto, almeno da quello che sento in giro). Ahimè però il Cav ed il "buonista" si sono già messi d'accordo da mesi. Qualora la maggioranza al Senato non fosse larga, le grandi intese non ce le leva nessuno. Tre ministri ed una Camera sono già di Veltroni, il resto andrebbe al PdL. Se fossi certo della sconfitta di Veltroni, ti assicuro che voterei fuori (per il senato) dall'oligarchia "Pd-PdL". Il problema è che questa certezza non l'ho, e non si può rischiare.
Ciao:)
Della Lega non condivido certe posizioni, non amo talune intemperanze, non apprezzo parecchi esponenti.
Eppure oggi vado a votarla.
Non sono impazzito e rimango coerente con le mie riflessioni, quelle che ho sempre espresso in tutti i consessi cui partecipo, nella vita reale e nel web.
Di fatto, è un voto tattico.
Il fetore è asfissiante, ovunque - politicamente - rivolga le narici, ma la scelta è tra turarsi montanellianamente il naso (per l'ultima volta?) badando alla possibilità di aumentare il peso politico del Nord ed assumere invece una generosa posizione ad angolo retto.
Quindi la scelta non c'è.
Per gli ideali, prego ripassare e citofonare Giusy .... :-)
Doktofranz
Buon voto Chris.
Concordo sulla necessità di evitare le grandi intese, che non ci leverebbe nessuno in caso di vittoria a ristretto margine.
D'altro canto sarebbe gesto intelligente da parte del Cav., cosa che ovviamente da Prodi non ci si poteva aspettare.
Siamo in due doktorfranz. Ma ripeto, apprezzo di più la cafonaggine operosa e intellettualmente povera ma onesta, che il maneggione politicante finto intelligente e parolaio.
Con gli intellettuali della Magna Grecia abbiamo già dato.
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