Lezione di economia dal vivo, sul piano pratico e pragmatico, ai tanti ignoranti italici rimasti al Settecento col loro tax&spend progressivo per "sostenere la spesa sociale": tagliare le tasse a tutti a partire dai ricchi, comporta maggiori incassi allo Stato, e il paradosso è solo apparente.
La "redistribuzione", la sovratassazione delle "rendite finanziarie" (cioè dei risparmi) si rivelano per quello che in realtà sono: manovre puramente politiche, fondate sul livore e l'invidia in ottica consolatoria, prive di fondamento economico oltre che pagate a caro prezzo dalle casse dello Stato. Il tutto senza menzionare i vantaggi - anche morali - della riduzione della spesa. Meditate, vecchi e superati social di tutte le aree politiche, meditate.
"Le poche bellissime imposte di Bush - L’America che abbassa le tasse incassa di più. Deficit ai minimi storici.
I dati del bilancio per l’esercizio del 2007, chiuso il 30 settembre, costituiscono per George W. Bush una vittoria campale e per Paul Krugman, economista liberal che da anni sul New York Times prevede l’apocalisse, una smentita schiacciante. Il deficit federale è sceso all’1,2 per cento, contro la media del 2,4 degli ultimi cinquant’anni.
Eppure Bush era stato demonizzato come un presidente finanziariamente pericoloso, perché nel 2003 aveva attuato massicci tagli fiscali mentre varava grandi spese per sicurezza domestica e guerre in Iraq e Afghanistan.
Il risultato imprevisto (dagli avversari) è dovuto a due effetti che potrebbero definirsi miracolosi, se non fossero dovuti a scelte ponderate.
- Innanzitutto la riduzione dell’imposte per i redditi personali attuata moderando le aliquote per i redditi maggiori, i dividendi e i guadagni di capitale ottenuti cedendo titoli, imprese, immobili. Il gettito dell’imposta sul reddito, dove sono stati praticati tali tagli, nel 2007 ha avuto un incremento dell’11,3 per cento. E ciò ha comportato una crescita degli introiti federali del 6,7 per cento, oltre un punto in più dell’aumento del prodotto lordo in termini monetari (calcolando un tasso di inflazione del 2,5 per cento e un aumento del pil reale del 3).
- Le spese federali nel 2007 sono aumentate solo del 2,8, cioè la metà della crescita del pil. Ciò perché si sono sgonfiate le spese per i disastri naturali mentre quelle straordinarie per la sicurezza e la difesa sono aumentate soltanto del tasso di inflazione, rimanendo invariate in termini reali.
Nel complesso, facendo la media fra gli anni di incremento eccezionale di spese e l’ultimo, le spese dal 2001 sono rimaste la stessa quota del pil, che nel frattempo è di molto cresciuto. La pressione fiscale come rapporto fra introito del governo federale e pil è aumentata, mentre si riduceva la pressione fiscale individuale calcolata come rapporto fra redditi dei cittadini e somme a loro richieste dal fisco. Sembra un paradosso, ma l’Amministrazione Bush riducendo le imposte ne ha ricavato più denaro, anche perché l’ha fatto “a favore dei ricchi”, cioè in realtà a favore dei processi di creazione della ricchezza. Il suo aumento di spese per la sicurezza ha generato fiducia e tutelato l’ordine internazionale, generando più crescita, specialmente nei paesi emergenti. Queste sono le“bellissime imposte”di Bush".
Da il Foglio, 11/10/07
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4 commenti:
La nostra sinistra ci metterà la solita paccata di anni a riconoscere la verità di discorsi come questo.
E se nel frattempo non riusciamo a liberarcene saremo allo sfacio.
Buona giornata.
Luca.
Luca, sfruttano la coglionaggine di chi non s'informa.
Ma se tanti fanno girare le info. corrette come questa, forse dovranno smetterla - o trovare balle un po' più sofisticate del "dovere" di pagare le bellissime tasse.
ecchecavolo ancora non lo sai: bisogna pagare tasse alte per colpa del global warming!!! :-)
Tu ci ridi sopra, ma guarda che alla fine della fiera lì s'arriva rapidamente ... per intanto le aziende già pagano le "tasse ecologiche".
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