Ottimo il post di Giovanni Senzaterra alias Mthrandir: "Pride de che?", condivido l'impostazione, gran parte delle considerazioni e ne consiglio la laica lettura.
Rubriche fisse a parte, noto con soddisfazione che il nostro Covo di Charlie si va progressivamente rendendo sempre piu' potabile: parafrasando l'illustre gemello, oggi da "Solid Dems." il Giornalettismo va spostato nella colonna dei "Leaning Dems.", se non addirittura con un po' di spericolato coraggio nei "Toss up States" ... :)
Torniamo piu' seri che possiamo: ci sono piani diversi di considerazioni che a mio avviso vanno fatte sul tema trattato dal Mth. nel post. Il primo e' che purtroppo viviamo in un mondo di confusi, di gente che possiede il vocabolario sbagliato, non per colpa sua ma della "cultura" vigente che gli viene inculcata dalla culla alla tomba passando per la scuola.
In sintesi, questo il post lo evidenzia bene, molti confondono uguaglianza con identita'.
Non nel senso "identitario" del termine, ma di giustapposizione, di parificazione livellatrice. Ecco allora che certi omo. scopiazzano le parti piu' becere e trite dell'Istituto di loro interesse, e in bianco s'hanno da sposare! E chi non ci sta omofobo e'.
Saremmo tutti identici, non solo uguali nei diritti e doveri; le diversity vanno assorbite e fuse assieme nel famoso crogiuolo del melting pot, della pace universale, e tutti uniti nella catena dell'amore!
Bah, e' la medesima ottica stile comunismo anni Trenta secondo la quale non e' giusto che un manager guadagni piu' di un netturbino (uguaglianza sinonimo di identita'). Sul tema della scimmiottatura di usi e costumi che deriva da questo errore meramente semantico, il post si dilunga con efficacia.
Cio' che e' assente dal post - ma e' un altro tema - e' un chiarimento riguardo alla famiglia, altro aspetto sempre meno spesso recuperato dal vocabolario corrente.
La famiglia infatti non e' "solo" due che si amano e decidono di dormire sotto lo stesso tetto: quella la si chiami "coppia" e la si apra pure come pare e piace. Ad esempio perche' mai non poter lasciare in eredita' biancheria, playstation e bici al fedele compagno pluridecennale di stanza universitaria?
Una "famiglia" e' qualcosa di piu': e' un commitment (impegno) sul futuro che va oltre gli orizzonti individuali e di coppia. Non e' solo la famosa "cellula minima" che costituirebbe la societa' statica; piuttosto e' l'unico elemento che predispone la societa' di domani. Volenti o nolenti, fortunatamente la famiglia si fonda su un imprinting naturale, su un istinto finalizzato a farci andare oltre in barba ai nostri interessi piu' personali ed egoisti, verso la rigenerazione della specie.
Giusto per chiarire, sottolineo che con la religione questo nulla c'entra: e' un fact of life, lo stesso imprinting lo subiscono anche i laicissimi armadilli. E' in virtu' di tale commitment al futuro della Societa' che la famiglia "standard" andrebbe tutelata e incentivata, intendendo per "standard" un uomo e una donna che si impegnano a vicenda "oltre" se stessi, e il prete o il sindaco al limite son solo testimoni.
Dice, si va ben capisco, ma le coppie sterili? A parte che se lo desiderano possono sempre adottare, la risposta e' che in ogni caso so' "coppie", chi mai ce l'ha con queste? Mica detto che vanno bastonate, anzi vanno applicati a tale fattispecie (con semplici adeguamenti del Codice Civile) tutti gli aspetti "solidali" come assistenza, successione etc.etc. come espresso nel post di Mth.. Solo, una famiglia con figli merita ancora di piu' per i motivi ricordati: una considerazione, una tutela, una corsia preferenziale affatto diversa.
Un altro elemento viene spesso trascurato e rafforza l'importanza della famiglia come sopra definita versus la "coppia": il ricambio generazionale unico motore del Mondo.
E' noto infatti che la Vita nelle sue dinamiche costituisca una rottura "locale" e temporalmente limitata delle leggi della termodinamica, che impongono il progressivo degrado dall'ordine al disordine, verso l'equilibrio statico, verso la differenza di potenziali nulla.
Come se cio' gia' non bastasse, Max Planck sosteneva che le teorie scientifiche innovative non soppiantano quelle vecchie in forza della loro efficacia, ma solo quando i "capibranco" della generazione precedente, difensori delle "loro" tesi, lasciano volenti o nolenti il posto a nuove generazioni piu' fresche e aperte al cambiamento (inciso: che colpo devastante ai fideismi sulla Verita' Sc-sc-scientifica, davvero essa e' alla completa merce' del relativismo!).
Vale nella scienza come nel sociale e anche nell'arte e persino tra animali e vegetali: paradossalmente ma non troppo il Mondo evolve per mezzo della morte, intesa come epifenomeno della vita. E ripenso a quel fenomeno che mi disse tutto serio che lo scopo della scienza e' sconfiggere la morte, senza rendersi conto che cio' comporterebbe instaurare l'equilibrio e la stasi e quindi (anche da un punto di vista termodinamico) abolire la vita.
Un tempo si campava ripetendosi "ricordati che devi morire", l'esperienza della morte accompagnava in modo pressocche' quotidiano la vita di tutti i giorni; oggi che essa esiste solo virtualizzata nei videogame e in tv, e' diventata semplicemente terrificante la prospettiva stessa della fine di ogni singolo Re Individuo fuori dal suo personale controllo. C'e' da stupirsi allora di tutta questa enfasi odierna sulla "choice" as opposed to ... "life": scelgo per oppormi alla (mia) sofferenza, quindi mi oppongo alla vita che fatalmente la presuppone, sino al suo esito estremo. Le parole sono logos, sono importanti , sono rivelatrici ...
L'ultimo ordine di considerazioni richiamato dal post e' sulla Carfagna. La trovo semplicemente banale, ha idee retro' su quasi tutti i fronti, in questo in pieno accordo - anche e soprattutto nelle ricette al posto di quelle stantie, sinistramente assistenzialiste - con questo magnifico post di Jane e il suo antefatto, dove sottilmente fa notare il destino alla Prestiggiacomo delle impreparate poverine: entrare alle Pari Opportunita' perche' femmine e uscirne da femministe.
Le sue idee stantìe della Carfy sono analoghe nela loro banalità a quelle reparibili ad esempio in una Turco o una Bindi qualsiasi, ma almeno e' lei piu' piacente, predispone l'animo a pensieri piu' positivi; da esperto di riunoni, credetemi, la cosa aiuta.
Dato poi che alla collettivita' una bella costa quanto una brutta, applaudo a chi l'ha nominata aderendo alle piu' antiche e consolidate pratiche della selezione naturale.
Banalita' per banalita' e scorrettezza per scorrettezza, Mth. nel post ci ricorda come le zoccole redente diventino spesso iper- puritane; rincaro la dose di saggezza popolare: e' anche vero che molte bruttine, superati gli ..anta s'inacidiscono di brutto e fanno trovar luuungo.
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