La sconfitta 20-15 degli All Blacks, impegnati nella seconda sfida del torneo Tri-Nations di rugby in casa dei Wallabies australiani, è un fatto sicuramente sorprendente, se non altro perchè i neozelandesi avevano precedentemente perso solo tre partite negli ultimi anni, e tutte in Sudafrica; sorprendente ma non incredibile, viste le ultime performance sia dei neozelandesi che degli australiani.
Questo blog ha già avuto modo di sottolineare recentemente i problemi incontrati dai Blacks nella fluidità di gioco, soprattutto d'attacco e nella "confidenza", i loro punti di forza classici.
La sorpresa vera è piuttosto il personale disallineamento non solo con la "critica" (qui un esempio, oltre che una cronaca della partita) nell'analisi dei motivi, ma persino con il commento del mostro sacro Vittorio Munari - e tremo per l'arditezza di quanto vado affermando, oltre che per il dolore nel dissentire dal grande; stavolta ho visto una partita diversa da quella che ha visto lui, ecco.
La critica pone l'accento sugli errori da ambo le parti, indubbiamente cruciali per tutte e 4 le mete (due per parte) e sull'espulsione di Hayman il pilone Blacks per mani in ruck. Munari ha sottolineato per tutta la partita gli errori di handling dei padroni di casa e ha parlato di "cinismo" dei neozelandesi, trovandosi alla fine spiazzato dall'improvvido epilogo. Nel mio piccolo, senza contestare tali punti, trovo che il risultato abbia tre cause molto precise e diverse dai meri "episodi".
La prima causa: più che cinici trovo che gli All Blacks da qualche tempo siano fin troppo "cauti". Hanno chiuso il primo tempo "solo" 15 a 6, dopo averlo dominato, e oltre fino all'espulsione temporanea del loro pilone, senza però riuscire a marcare un solo punto. Belli e determinati come sempre, ma non più spietatamente incisivi come una volta.
La seconda causa: i Blacks sono dei bei mestieranti, abilissimi a giocare "borderline" anche davanti all'arbitro più esperto. Oggi ad esempio Collins e il solito McCaw erano costantemente offside a rallentare gli attacchi Wallabies e a fare ostruzione; oltretutto un attacco australiano è stato fermato inopinatamente dall'arbitro a un metro dalla meta per presunto "doppio movimento", quando in realtà solo il mestiere di Collins e Hayman l'avevano fermato. La cosa funziona per un po', ma alla fine l'espulso ci scappa sempre e concedere un uomo a questi livelli lo paghi. Il gioco "furbetto" inoltre a mio avviso ha l'effetto di mascherare i veri problemi dei Kiwis.
La terza causa, a mio avviso decisiva: Gregan è il mediano più esperto del mondo, ma rallenta le ripartenze dei Wallabies (perchè un po' narciso e in più troppo impegnato a fare il vicearbitro); Larkham è come Maldini, un monumento vivente, esperienza senza fisico. I due poi mettono in ombra uno delle migliori individualità mondiali, tal Mark Giteau, inesistente per tutto il primo tempo. Sarà un caso che, uscito Gregan e spostato Giteau a mediano di mischia, la cadenza della partita australiana si sia alzata di qualche megahertz, con Mortlock (migliore in campo) e Tuqiri finalmente lanciati in azione verticale a difesa Blacks non schierata?
Oltre al cambio di Gregan, anche quelli di seconde e terza linee hanno permesso ai Wallabies di tamponare la mischia chiusa indecente del primo tempo (un po' di colpa anche qui ce l'ha Gregan, che è lento come un obietore di cossiensa) e di rubare un bel po' di touches.
Sia come sia, l'effetto immediato della partita è riaprire i giochi nel Tri-Nations, not to mention la Bledisloe Cup, il trofeo in palio per l'andata-ritorno tra Nzl e Aus. Oltre che inoculare un filino di interesse in più al Mondiale di settembre, che purtroppo - per detto interesse - non si giocherà nè in Australia nè tantomeno in Sudafrica.
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