Il dibbattito politico italiano assume toni sempre più surreali e farseschi, soprattutto quando si approssima ai "fatti": ci si accapiglia sulle balle senza mai arrivare a sfiorare il nocciolo del problema, in questo "aiutati" da patetici giornalai che danno spazio alla fuffa piuttosto che analizzare i dati.
Vedi ad esempio la controriforma delle pensioni; nessuno osa dire l'ovvio, cioè che che associare "lavori usuranti" con pensioni d'anzianità (il diritto a percepire pensione prima dei 65 anni, 60 per le donne) come fatto dai sindacati, è una bufala fuori dalla realtà. Se ne conoscete qualcuno o se ascoltate le chiacchiere della gente in bar, scoprirete che NON sono gli operai "usurati" a volere andare prima in pensione; la gente "vera" ha bisogno di guadagnare, ha i figli in casa da mantenere, ha le rate da pagare, altro che fermarsi!
In pensione d'anzianità ci va piuttosto il magistrato DiPietro, lo statale doppio o triplo lavorista, la moglie del professionista, quello che fa carriera politica etc.etc. In altre parole è lo zoccolo duro, il primo scalino che sostiene la Casta, applicando quel concetto di "Redistribuzione dei redditi" dai ceti produttivi a quelli parassitari così caro ai Comunisti e al Re Sole.
Altra riflessione "scorretta" e altrettanto ovvia, talmente evidente che nessuno ne parla: la fragorosa assenza dal dibbattito della Confindustria. Ecco, in questo caso si apprezza almeno il pudore; mentre in quelle grevi stanze, almeno dal punto di vista olfattivo (immaginarsi l'odor di dopobarba e i fiati alla SuperCiuk dopo sei ore di riunione Sindacati-Governo), ci si accapigliava sull'aumento della durata della vita media, i Confindustri erano impegnati fuori. Nelle loro aziende continuano infatti imperterriti a "ristrutturare" espellendo i quadri cinquantenni, alla faccia delle curve di esperienza e del capitale umano. Generando autentici drammi misconosciuti, perchè a quell'età non ti ricollochi facilmente e una volta fuori, tutele non ce n'è.
Le balle che raccontano i Confindustri al riguardo! I più anziani non sarebbero più adatti (allora i primi da far fuori dovrebbero essere proprio i Titolari e il top management), non sarebbero al passo con le evoluzioni tecnologiche, ci vorrebbe formazione continua (perchè non la fate ?) etc.etc.
In realtà c'è una parte di verità, molti quadri e middle management sono seduti come Statali, in attesa di ferie e 27 del mese - basti considerare il turnaround di Fiat, clamoroso solo per chi non conoscesse quella giungla aggrovigliata e disgregata, fatta di innumerevoli compartimenti stagni, cimiteri di elefanti e power struggle interni: è bastato il (parziale) disboscamento operato da Marchionne per farla decollare.
Però è al contempo vero che l'industria italica oggi tipicamente se ne frega dell'esperienza: contrariamente agli anni '60 fino agli '80, l'Italia ha smesso di implementare prodotti e processi; campa sui "servizi" (un mese di formazione e tac, chiunque può diventare protagonista!), sull'improvvisazione o sulla "nicchia", sulla "localizzazione" di tecnologie sviluppate altrove (Telecom, Ict etc.), o tenta di recuperare sui costi di produzione (in nero, all'estero, con mano d'opera immigrata) quello che perde in innovazione.
Ciò accade inoltre non certo e non mai perchè i ventenni siano più abili preparati e motivati; maquandomai, con la scuola e i modelli comportamentali che si ritrovano.. Il "ricambio generazionale" avviene piuttosto perchè i ggiovani costano meno; esattamente la stessa ragione per cui i Confindustri sono favorevoli all'immigrazione il più possibile deregolata.
Insomma, per raggiungere i vertici della scorrettezza, occhio a chi ve la meni con interessati "largo ai ggiovani", si chiami Capezzone o Cordero (non per caso i due s'intendono). I ggiovani dovrebbero come sempre farsi largo da soli, ammesso che questa generazione smidollata e sottodimensionata ne sia capace.
Infine, ultima riflessione "scorretta": lo sanno anche le verginelle che can che abbaia non morde: alla fine tutte le critiche e le contrapposizioni all'accordo coi Sindacati sollevate da Dagoberto e Rifondazione, hanno l'unico scopo di ottenere un tradeoff da qualche altra parte, un esempio a caso, a spese della Legge Biagi. Quando sarà ora di votare, li vedrete disciplinati e allineati, perchè il Vero Comunista cresce a pane e Potere, e sa bene che dalla Poltrona non ci si stacca, mai per nessun motivo al mondo: hasta la Poltrona, siempre, Castro docet.