"Quelli con cui negoziamo devono sapere che l’America ha anche altre opzioni” e “.. non possiamo permetterci di assecondare nessuna illusione sui nemici che abbiamo di fronte. La guerra che ci hanno dichiarato i terroristi è stata incoraggiata dalle nostre azioni irrealistiche e incongruenti ... Una pace realistica può essere raggiunta solo attraverso la forza".
Le frasi franche e toste, rivolte all'Iran ma anche ai tanti d'Alema e Prodi, novelli Chamberlain sparsi in giro per l'Occidente, sono tratte da una intervista per la September/October 2007 addition di Foreign Affairs in cui Rudolph Giuliani delinea la sua futura politica estera nel caso di elezione nel 2008.
Tale politica parte dalla constatazione che nulla è più come prima dopo il 9/11, i paradigmi delle relazioni internazionali vanno ridefiniti, volenti o nolenti (non è stato l'Occidente ad attaccare). Tale politica ha un ambizioso e preciso obiettivo: "to build a lasting, realistic peace": dai tempi dei romani le paci durature sono quelle trattate da posizioni di forza; la storia dimostra che con gli Hitler chi "dialoga" perde, vince chi li affronta.
Niente di sdolcinatamente veltron-pacifista quindi, la pace come la guerra per i non fessi o i non falsi è un mezzo non un fine; del resto Rudy era già stato chiaro in precedenza, il fine della pace è lo Sviluppo Mondiale: "Noi americani abbiamo dimostrato che preferiremmo fare affari con chiunque, giapponesi o tedeschi, russi cinesi o vietnamiti, piuttosto che combatterli".
Tre sono gli assets da mettere a punto per bene e sfruttare per raggiungere l'obiettivo:
- a stronger defense,
- a determined diplomacy,
- a greater U.S. economic and cultural influence.
Altrettante sono le sfide che il nuovo Presidente si troverà ad affrontare:
- setting a course for victory in the terrorists' war on global order,
- strengthening the international system the terrorists seek to destroy,
- extending the system's benefits (non tanto esportare la democrazia, quanto promuovere il buon governo).
Alleluja, Giuliani liquida anche la contrapposizione realismo-idealismo: "l’idealismo deve definire i nostri obiettivi e il realismo ci deve aiutare a riconoscere la strada che dobbiamo percorrere per raggiungerli".
Come chiarisce ilFoglio, il Nostro ha allestito da luglio un team di prim'ordine dedicato all'elaborazione della sua politica estera, l'uscita su Foreign Affairs ne è la prima traccia concreta.
"Nomi e curriculum dei componenti esaltano le credenziali antiterroristiche dell’ex sindaco di New York. Norman Podhoretz (autore di "La IV Guerra Mondiale" - ed.Lindau), uno dei padri fondatori del movimento neoconservatore, ha confermato al Foglio di far parte della squadra di advisor di Giuliani. Gli altri consiglieri sono veterani delle Amministrazioni Reagan e strateghi di think tank conservatori come la Hoover Institution e la Heritage Foundation.
C’è l’ex diplomatico Charlie Hill, già direttore degli affari arabo-israeliani al Dipartimento di stato e ambasciatore in Israele; il falchissimo ex senatore Bob Kasten; l’analista di questioni militari e professore ad Harvard Stephen Rosen; l’esperto di questioni giuridiche legate al terrorismo Peter Berkowitz; lo studioso di sicurezza nazionale Kim Holmes e, infine, uno dei grandi accusatori dell’inefficacia della scuola diplomatica del Dipartimento di stato, Martin Kramer".
Chi crede che una politica estera "forte" americana debba in ogni caso arretrare, chiunque sia il nuovo Presidente, come pensa quasi tutto il mainstream media nostrano, avrà delle grosse e salutari sorprese se Rudolph Giuliani sarà il Candidato Gop e poi l'Eletto nel 2008.
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2 commenti:
Si le parole sono CHIARE... speriamo che, se tutto va bene, riesca anche a tener fede alle parole... Ne hanno parlato a cortina .... ho messo il link nel mio blog.... molto interessante, davvero. un caro saluto
Più che altro speriamo venga eletto, perchè i numeri dicono che è l'unico Rep. che potrebbe battere la zitellona inacidita.
Il mondo ora non può più permettersi di cadere nelle mani di un altro Clinton, ancorchè coi pantaloni (alzati).
Un caro bentornato a te.
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