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Abr's No Comment

Senescenza?

Non riuscendo a inserire un commento presso il mitico Ismael ("String or binary data would be truncated. The statement has been terminated"; ah l'infido Cannocchio!!), rispondo qui a cortese richiesta del suo ospite "senese" Alessandro Moroni -aka Verdefoglia.
Background per gli altri miei (due) lettori: il post di Ismael-Verdefoglia-Cardini m'era molto piaciuto e avevo commentato:
"Bella storia! Tempo fa ho avuto la ventura di vivere una settimana di full immersion nel Palio - prima durante e dopo - alle calcagna di un amico contradaiolo; mi ci ritrovo in pieno nella splendida descrizione che Cardini dà di quel clima passionale frenetico che ti prende al diaframma, contradaiolo o meno che tu sia. (..)
Due flash in particolare porto sempre con me di quell'esperienza: la tensione in Piazza che si taglia col coltello, mentre i tamburi rullano e si attende l'ingresso dei cavalli; le imposte chiuse e il silenzio tombale con cui, quella notte, la Contrada perdente subiva gli sfottò degli acerrimi rivali vincenti ai suoi confini".
Seguiva domanda di Verdefoglia:
"Per la serie "facciamoci del male fino in fondo": abr, mi identifichi con precisione la circostanza della tua partecipazione? Anno, mese e Contrada vincitrice ... Non vorrei, dato sì che le Contrade con Avversaria confinante non sono ormai più tantissime e che non molte tra queste hanno vinto un Palio nell'ambito degli ultimi 10 anni, che fosse stata proprio l'occasione in cui mi ritrovai tra i "ripurgati"...
In altri commenti nel frattempo la discussione dilagava ben oltre la mia autobiografia da due soldi, per cui ne approfitto per dire la mia anche su temi "socio-politici".
Ecco quello che sarebbe stato il mio commento(ne):

In risposta a Verdefoglia, per la cronaca correva l'anno 1986 (oltre vent'anni fa, Dio come passa il tempo), Palio dell'Assunta; ero ospite di un contradaiolo della Lupa, che da allora sta nel mio cuore (la Lupa, non il contradaiolo).
Era un Palio speciale per la piccola contrada: avevano preso in prestito dall'Oca il mitico fantino Aceto e c'era molta eccitazione in giro, ma la carriera si rivelò deludente: in una delle curve Aceto fu sbalzato e cadde (o si buttò, qualcuno adombrò in Contrada). Vinse il Drago che - se sbaglio mi corigerete - non è rivale della Lupa; sottolineo a scanso di equivoci che comunque non sono uno jettatore: poco dopo - 1989 - VIDI la "mia" Lupa vincere!
Sia come sia quella sera tardi dopocena, ringuattato in un androne di via Vallerozzi, assisto dal vivo alla scena madre: sopraggiunge un gruppettone di giovanotti vocianti che trascinano un carretto pieno di letame fino all'Arco e lo rovesciano giù per la via della Contrada, aspergendolo di "Aceto" (..) nel silenzio tombale della via a imposte tutte barrate.
Mi si disse fossero dell'Istrice; non so se sia confinante, ma da allora so che a Siena la sonora sconfitta del rivale vale forse quanto una vittoria. Scena indimenticabile comunque per l'antropologo dilettante che è in me, mi mancava solo il caschetto coloniale in testa. :)

Battute a parte, massimo rispetto per un processo di recupero storico che si fa identità comunitaria forte, addirittura esasperata al punto di prendere l'aspetto del detto beduino: "il fratello contro il fratello, il cugino contro il cugino, il clan contro il clan; tutti assieme contro lo straniero".
Identità che implica smodato amore per la propria terra e comunità e porta qualità della vita: in certe parti del Sud infatti non hanno capito che essa è legata non a quanto ricevi, ma al contrario a quanto di te dai alla tua Comunità. Siena è difatti molto "pulita", nonostante tutto quel turismo in giro c'è poca droga e ambulanti extracomunitari (almeno ai tempi in cui la frequentavo).

Ero arrivato al punto di riflettere, quando ci bazzicavo spesso (in Toscana): che il socialismo abbia trovato laggiù la "pietra filosofale"? Riescono a vivere a così alto livello, in armonia bucolica con l'ambiente e la comunità, senza dannarsi individualisticamente per intraprendere e competere come ad esempio in Veneto (pieno di tutti quei capannoni poi)...
Ho capito poi che sotto c'è un barbatrucco: il modello socio-economico tosco umbro in generale (che è anche quello senese) - lo definirei "la via autarchica al socialismo" - non è in grado di auto sostenersi.
Non esiste posto al mondo che possa campare solo di turismo, "slow food" e una Banca; i soldi "veri" devono arrivare da altre fonti, sennò a Siena ci sarebbero le baracche come a Thaiti, Antigua o Maldive. Questi soldi a Siena o alla Tosco-Umbria in genere, non arrivano dall'industria manifatturiera in via di estinzione, dal terziario più o meno avanzato o dalle rimesse degli emigrati; inoltre non è vero che i maggiori datori di lavoro a Siena siano il MPS e il turismo.
Come in tutto il resto della Tosco-Umbria, circa LA META' degli abitanti dipende direttamente da stato e parastato (Asl, Ispettorati, Polizia, Magiatratura, assessorati, Musei, Enti etc.) o lavora per essi (appalti, artigiani, laboratori, mense, consulenti etc.).
Dato che le uniche Regioni italiane che diano allo stato più di quanto ricevano sono Lombardia e Veneto, risulta che il modello apparentemente "autoarchico" è in realtà eterofinanziato. Fin che dura ... ma quassù, come disse Forrest Gump, saremmo un po' stanchini.
Inciso: concordo che l'ideologia c'entri poco con il modello centro-italico descritto. Dalla Romagna giù fino alla Tuscia, la mia opinone è che il Partito (Pci, poi Pds, poi Diesse, poi ...) si becchi regolarmente il 60% dei voti in quanto garantisce una gestione della Poleis che supporta il modello economico "pseudo-autarchico" sopra citato. Quattro sono le caratteristiche necessarie (e forse anche sufficienti):
- statalismo (eterofinanziamento);
- pervasività
(dalla culla alla scuola);
- corporativismo:
lavoratore, datore di lavoro e impiegato statale, tutti assieme appassionatamente nel Partito (e ai piani alti, tutti col Grembiulino);
- localismo: se non sei dillà o non hai un socio locale, scordati di far business; col sorriso, ma ti chiudono tutte le porte fin che non togli il disturbo.
Sotto questo profilo anche il fascismo avrebbe le carte in regola, e infatti da quelle parti ai tempi "garbava parecchio". Offriva il "plus" del culto per il menar le mani, quello però che si esalta fin che c'è da "purgare" o scazzottare, non lo spirito realmente guerriero alla Braveheart.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non me ne parlare, le funzioni del cannocchiale finiranno col farmi ammattire. Sarei propenso a imputare tutto ai cookie, se solo sapessi cosa diavolo sono.
Il tuo ricordo e la susseguente analisi di economia regionale - nonché il link in apertura - ti meritano decisamente...un controlink! :-)

Anonimo ha detto...

Ah, e comunque Ale è "senese" solo d'adozione: il Nostro è infatti un Cologno-monzese DOC!

Abr ha detto...

Grazie per il "controlink".
Ho messo le virgolette sul "senese" dopo aver saputo delle origini colognomonzesi dell'Ale ...
Se ci leggesse un senese vero, ci cerca e ci gonfia a tutti allora; come gli aborigeni australiani coi loro canti, i senesi son molto gelosi delle loro cose, non gli piace che i "foresti" se ne approprino e ne parlino come se le conoscessero per davvero ;-)

Anonimo ha detto...

Commenterò un'ultima volta l'argomento anche qui e poi mi re-ritirerò in silenzio, un po' perchè l'argomento tende a diventare - per forza di cose - obsoleto e un po' perchè francamente la discussione ha preso precisamente la piega che speravo non prendesse: l'eterno e stucchevole "ribaltamento in politica", rigorosamente coniugata secondo gli stilemi del nostro tempo, quasi che non fosse mai esistito nulla all'infuori di quello che abbiamo visto succedersi sul teatrino strapaesano di casa nostra negli ultimi 20-30-40 o financo 60 anni (sempre pochini sarebbero, disquisendo di fatti e costumi che affondano le radici appena appena un po' più profondamente nel tempo). Cosa che - detto per inciso - sembra caratteristica peculiare e inalienabile della Blogosfera, o almeno di alcuni emisferi della stessa.

Il mio intervento era stato semplicemente una reazione a commenti sul Palio che sembravano relegarlo nell'ambito delle manifestazioni fruste e passatiste, una cosa di appannaggio esclusivo di qualche migliaia di persone che "si dedicano a guardarsi l'ombelico tutto l'anno", più qualche minus habens incapace di guardare ad altro che non fosse il passato. E per quello ho reagito, sia pure soprattutto per interposta persona. Altri aspetti, francamente, mi interessano molto meno o non mi interessano del tutto. Un paio solo di precisazioni, allora, inerenti l'argomento che mi sta a cuore, e solo a quello. Sì, agosto 1986, non ero in Piazza (lo fui poi per il Palio Straordinario del settembre di quell'anno, e nella circostanza vissi alcuni tra gli attimi più esaltanti della mia vita, sia per le Contrada che vinse sia per il modo in cui lo fece). Ad agosto del 1986 non vinse il Drago, ma la Giraffa: fantino Truciolo, cavallo Fenosu (qualcuno alla vigilia l'aveva definito, non a torto, "cavallo da bistecche", a sottolineare il fatto che al Palio le sorprese più che l'eccezione rappresentano la regola). Vero è che Aceto su Brandano nella Lupa era favorito, ma cadde inopinatamente alla fine del primo giro.

Sì, ci sono senesi ancora e sempre fermi al "Chi unn'è di Siena stianti", ma devo dire la verità, all'alba del 2007 sono sempre meno. Cresce nel tessuto connettivo cittadino la tendenza a separare il grano dal loglio, per cui un non-senese che dimostra di accostarsi alla Festa nel modo giusto (in punta di piedi, rispettosissimamente e così via...) oramai è ben accetto. Personalmente ho da un po' di anni qualche amico "nato nelle lastre" dell'estrazione giusta (cultura universitaria, apertura mentale ecc.ecc...) che più volte mi ha detto di considerarmi "più senese dei senesi". Noblesse oblige... :-)

Abr ha detto...

Benvenuto Verdefoglia nel mio umile blog, anche se ti presenti con un: "uff cosa mi tocca fare".
Qui sono i benvenuti tutti quelli in grado di esprimersi con cortesia e compiutezza, qualsiasi sia la loro idea.

Giraffa non Drago? No problem, ho scritto "Se sbaglio mi corigetete", altrimenti invece di lavorare di memoria avrei compulsato le wikipedie o siti sul Palio; il senso dell'episodio Lupa-Istrice non cambia, mi pare.

Mi pareva fosse chiaro il mio giudizio positivo sul Palio, recupero identitario intensamente vissuto, quindi non ho compreso il pistolotto sulla "frustrazione" fatto qui.

Sulla "senesità" tra virgolette, ovviamente la mia era una battuta; dopotutto ognuno si sceglie le patrie adottive che si merita, no? ;)
(altra battuta sia chiaro; a scanso d'equivoci, visto che ai senesi come a tutti i toscani, piace molto far battute sull'altri ma punto riceverle; figurarsi poi quelli elettivi ...)

Un aparola riguardo al "l'eterno e stucchevole ribaltamento in politica secondo gli stilemi etc.etc.".
Le mie considerazioni, dette by the way in casa mia, sono arrivate dopo tre o quattro stimolanti scambi sul tema tra voi nei commenti a Ismael.
Queste mie, dette in casa mia, non garbano?
Ci sono tre alternative (a casa mia): dire che si ha una visione diversa e stop, spiegare la propria visione diversa, sorvolare del tutto.
Lasciar invece cadere che non si replica perchè "certi emisferi della blogosfera" etc.etc., sa di risposta a Tremonti di Fioroni, persona qui non molto stimata.
Nel '68 si diceva che "tutto è politica"; ora che è il vento è girato, la politica sarebbe diventata stucchevole?
Tutti zitti e "morali" dovremmo stare? Altrimenti disturbiamo i manovratori?

Infine, chi ha letto questo post "senza guardarsi l'ombelico", forse avrà intuito una certa qual cognizione della Toscana "dal di dentro".
Non parlo a vanvera; generalizzo forse, perchè non è un paper per un convegno ma un commento collaterale a una discussione incentrata su qualcosa d'altro (il Palio appunto), ma non parlo per sentito dire.

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

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