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Abr's No Comment

E' tempo di migrare?

La differenza che si nota tra blogger "di riferimento" americani versus nostrani, è che alcuni qui scadono nella sindrome da notabilato.
Non discutiamo queste patenti di "qualità" auto-attribuite; osserviamo che distinguono elite e fonti dal parco buoi dei fruitori; ricordano chi usi il computer come fosse una macchina da scrivere.
La paradossalmente allineata risposta non tarda a giungere: aggregatori che adottano la medesima logica "professionale", vincolando i loro contributori (non concorrenza etc.) . Della serie, causa - Blogstar-ismo - ed effetto - Editorialato; così ci rimettono tutti.
Gli americani invece puntano da sempre su "the long tail", avendo colto che il web (con-)fonde fonti e fruitori: liste kilometriche di link per identificare "diamonds in the rough".
Per queste ragioni, proprio ora proprio qui, simbolicamente mi ispiro al post di un giovane sconosciuto "collegiale" americano. Il suo post mi ha stimolato e non mi sono chiesto chi è.

Gli americani sono educati sin da piccoli a far liste; è uno strumento semplice ed efficace per aiutare a fare scelte basate su valutazioni razionali.
Noi latini culturati classici ce ne ridiamo, siamo "educati" a muoverci "a senso" su tutto, e infatti si vede: le nostre scelte infatti fanno(non hanno) mediamente "senso" (in slang anni'80: schifo).
Un blogger americano stila qui una interessante lista: categorizza le Nazioni in ordine decrescente di potere d'acquisto del dollaro (alla grossa). Nel post si trovano le fonti dei dati e il (semplice) meccanismo che determina la classifica.
Lo scopo è capire dove convenga "ritirarsi" per godersi al massimo la pensione, ma non solo: anche lì però - tutto è relativo - c'è aria di fuga, come si legge: hanno dei concern riguardo al loro futuro "democratico" (nel senso di Partito) e unmelted pot.
Se per un americano può essere alla peggio una valutazione sul medio periodo, per noi italici invece, aldilà delle improbabili pensioni, meglio sbrigarci: valutare subito dove trasferirsi assieme a risparmi, eredità e proventi della vendita del mattone; il tutto prima che l'attuale Governo riesca a far crollare pure il valore del bene che regge il Paese - il mattone appunto - e che il Visco ci depredi di tutto il resto.
L'esercizio è facilitato dalla sostanziale parità di poter d'acquisto tra Usa e Italia (97,5%) che emergerebbe dalla classifica, possiamo prenderla come buona prima approssimazione.

La logica della classifica è semplice: se in "Aquilandia" un hamburger costa 10 Aquili, cambiati un dollaro contro cento, lì con 10 dollari potrei avere 100 hamburger invece dei 10 negli Usa, dove costano un dollaro; quindi "Aquilandia" otterrebbe un ranking 1000%, con 100% parità di potere d'acquisto con gli Usa.
Ovviamente, il ranking non può tener conto del fatto che in "Aquilandia" di hamburger magari non se ne trovano, oppure la carne con cui sono fatti è rancida; è un esercizio indicativo, da affinare successivamente con considerazioni geopolitiche qualitative.
Partiamo dalla cima della classifica (i Paesi più convenienti sulla carta):
1. Burma -- 1073.3%
2. Zimbabwe -- 801.1%
3. Burundi -- 740.3%
4. Ethiopia -- 734.0%
5. Cambodia -- 720.7%
6. Gambia -- 707.2%
7. Rwanda -- 690.1%
8. Uganda -- 603.9%
9. Nepal -- 588.1%
10. Ghana -- 582.8%
11. Dem. Rep. of Congo -- 555.0%
12. Vietnam -- 537.6%
Hmm... no surprises: poco affascinante pensare di massimizzare le rendite vivendo in Burundi, o far affidamento alle strutture sanitarie del Gambia. Diciamo che si potrebbe scommettere sul Vietnam, o puntare sul Nepal se piace la montagna, se i maoisti la smettessero di far casino. Neanche a farlo apposta, i migliori Paesi stanno al vertice opposto della lista, quello dei posti più "cari":
174. Finland -- 87.9%
175. Ireland -- 87.6%
176. France -- 87.3%
177. Qatar -- 87.1%
178. Seychelles -- 86.7%
179. Japan -- 86.3%
180. Palau -- 85.9%
181. Netherlands -- 85.7%
182. UK -- 81.6%
183. Iceland -- 81.1%
184. Vanuatu -- 81.0%
185. Saint Vincent -- 79.9%
186. Marshall Islands -- 79.9%
187. Norway -- 79.5%
188. Denmark -- 77.8%
189. Sweden -- 77.1%
190. Niue -- 75.9%
191. Tonga -- 73.2%
192. Liechtenstein -- 71.8%
193. Switzerland -- 65.6%
In Svizzera, 100 Euro di risparmi ne varrebbero 70 circa, non sarebbe un grande affare; anche le Seychelles purtroppo non sono granchè convenienti sulla carta.
Forse conviene cercare un tradeoff più verso il settore medio alto della classifica. Sveti Stefan in Montenegro (214%), per chi la conosce non sarebbe male ad esempio.
Anche Cechia (186,6%) ed Estonia (191%), decisamente più vivibili di Ucraina (438%) e Moldavia (348%) e al contempo ricche di "diversivi" più adatti ai maschietti ..
Per chi ama il caldo, Malta (151%) è vicina; decisamente più conveniente qualche spiaggia vicino a Goa in India (590%); non per caso emergono le mete classiche dell'italico in fuga: Santo Domingo (371%) e Brasile (247%).
Personalmente, pur non riuscendo a staccare la testa dal Sudafrica ( Aids, criminalità e apartheid al contrario), un pensierino di ottimizzazione delle revenue si potrebbe fare in Costarica (235%), Argentina (290%), o lato sud-ovest di Sri Lanka (398%) con l'estate a far le ore piccole in Estonia, 18 ore di luce. Solo preferenze personali; eppoi tutto è così dinamico ...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Cheers, mate!
Ben fatto.

Abr ha detto...

Tnxs Brett, see you soon.

Robinik ha detto...

Libertà Stato Minimo e Triares.
Se non è tempo di migrare è sicuramente tempo di intelligere.

Arduo?

Abr ha detto...

Ecchilollà.
Libertà IDENTITA' Stato Minimo: non è difficile, prenditi tutto il tempo che ti serve.

I tuoi problemi con Triares e TocqueVille non ci appassionano; l'importante è che dove ci sei tu, non ci siamo noi. Punto e fine delle trasmissioni.

A proposito di intelligere, dopo anni hai finalmente afferrato quanto ARDUO sarebbe per te se Lexi ti si FACCI? Cuccùuuuu

Ah, grazie per gli auguri.

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